BERTINORO,città dell’ospitalità e del buon vino

“non di così rozzo calice sei degno, o vino, ma di berti in oro”
Galla Placidia

La leggenda vuole che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, di passaggio in questi luoghi, assaggiato un deliziono vino bianco chiamato “Albana”, servito in un’umile coppa di terracotta dicesse proprio queste parole, da quì il nome della città.
Simbolo dell’ospitalità e della città di Bertinoro è la Colonna delle Anella. Questa colonna venne eretta nel XIII secolo per volere di due nobili bertinoresi, per pacificare le famiglie di Bertinoro in lite per offrire ospitalità ai viandanti che sostavano nella città. Legando il proprio cavallo ad una delle dodici anella, a cui corrispondevano altrettante famiglie di Bertinoro, il pellegrino individuava così la casa che lo avrebbe ospitato.

La Colonna delle Anella si trova in Piazza della Libertà, in questa piazza che è il cuore del borgo di Bertinoro sorgono anche la seicentesca cattedrale ed il palazzo Comunale con la torre civica, un tempo questa torre era molto più alta e fungeva da faro per i naviganti.

Il nostro itinerario a piedi attraverso il borgo, inizia proprio da questa importante piazza….ci incamminiamo per via Oberdan e raggiungiamo una piccolissima piazza intitolata ad Ermete Novelli, da quì risalendo la strada, si raggiunge in brevissimo tempo la Rocca. Oggi la millenaria Rocca è sede del centro Universitario Residenziale, ed al suo interno si trova il Museo Interreligioso. Visitato l’esterno della Rocca, costeggiamo il “giardino dei popoli” per raggiungere la storica via Vendemini, è una stretta stradina acciottolata, è quasi ora di pranzo e le piccole botteghe artigiane hanno quasi terminato la prima parte della giornata di lavoro, al lato della vecchia bottega del barbiere del paese, si trova l’Osteria della Benilde……

…a detta di tutti in paese, quì si mangiano le migliori tagliatelle di sempre.

E’ una piccola osteria, con cinque tavoli, sulle pareti bianche spiccano delle scritte, sono delle dediche lasciate da alcuni personaggi famosi,giunti quì per assaggiare la famosa cucina della padrona di casa.
Ci accoglie la Signora Norma, detentrice dell’antica ricetta della Mamma Benilde, ci accomodiamo appena in tempo, perchè dopo poche decine di minuti la piccola osteria si riempie di gente locale.
Dopo pranzo, riprendiamo il nostro itinerario attraverso il borgo di Bertinoro. Percorrendo la Via Vendemini si raggiunge la Strada della Vendemmia,è una breve passeggiata all’ombra di ippocastani , dove sono esposte sette tele che rappresentano le diverse fasi della vinificazione.
Un’ altro interessante itinerario a Bertinoro è quello che attraversa l’ antico quartiere ebraico, lo si raggiunge partendo sempre da piazza della Libertà, ed imboccando la via Mainardi.


Il paese di Bertinoro è stata davvero una piacevole sorpresa, entrare nella storia, nella cultura enogastronomica di queste colline, assaporare il profumo dei cibi, scoprire il rubino e l’oro, i colori dei due vini di queste valli, incontrare persone davvero ospitali, degne della tradizione di questo luogo, è davvero un bel ricordo quello che accompagna il nostro ritorno a casa.

Qualche notizia in più…..

Bertinoro è detta anche “Città del vino”, infatti nelle colline circostanti come nel resto della romagna si producono diversi vini di pregio, primo fra tutti il dorato Albana, il primo vino bianco italiano ad ottenere il riconoscimento D.O.C.G.
I vignaioli bertinoresi, hanno inoltre il merito di aver salvato il vitigno del vino Pagadebit, che altrimenti sarebbe scomparso come tanti vitigni minori.
Questo singolare nome che in dialetto romagnolo significa “pagare i debiti”, deriva dalla robustezza dei suoi acini, in grado di resistere alle avversità atmosferiche.Nelle annate cattive, se la vendemmia delle altre uve fosse andata male, il Pagadebit permetteva al vignaiolo di pagare i debiti contratti per la coltura del vigneto. Altri famosi vini sono la Cagnina, il Trebbiano ed il Sangiovese, questo vino pare abbia origine dai frati cappuccini di Santarcangelo di Romagna intorno al 1600. Sembra che in origine i frati lo chiamassero “Sanguis jovis” sangue di Giove per il suo colore rosso rubino.

Mangiare, bere, shopping & Co.
Osteria della Benilde
via Vendemini, 23
tel. 0543.445647
chuso il lunedì
Museo enoteca La Cà de Bè
piazza della Libertà 10
tel. 0543 444142/445303
chiuso il lunedì
Link:
Le informazioni su Bertinoro sono state tratte dall’opuscolo informativo della pro-loco.